Italia - Gazzo
CENNI STORICI Il primo documento che parla di Gazzo risale al 1187, quando si iniziò a disboscare la località ed il vescovo di Vicenza Pistore investì Guido Alberti di Montorso di possedimenti che “giaciono nel bosco di Gazo”.
Nel Medioevo il territorio fu teatro di lotte tra Sigismondo d’Ungheria con i Carraresi di Venezia, poi la posizione decentrata del paese lo favorì, esimendolo dall’essere passaggio di eserciti o teatro di battaglie. Continuò l’opera di disboscamento, tanto che nel XIX secolo il paesaggio era cambiato comoletamente diventando quasi paludoso. All’epoca dell’Unione del Veneto all’Italia, Gazzo era celebre per le proprie risaie e molte erano di proprietà della nobile famiglia veneta Diedo. Le abitazioni per la maggior parte erano costituite da casoni dal tetto di paglia. Le condizioni degli abitanti erano dure e precarie: vivevano in un territorio pianeggiante con canali e fossi (Ceresone, Riello, Moneghina, Puina, Armedola, Geda), dove le scarse colture erano rappresentate da riso, foraggi, granturco, uva e da una stentata bachicoltura. Forse l’unica risorsa era l’allevamento bovino.
Gazzo, con Grantorto e Carmignano di Brenta, era appartenuto alla Provincia di Vicenza fino al 1853, quando venne aggregato prima a Cittadella e poco dopo a Padova.
CENNI DEMOGRAFICI La situazione demografica del Comune di Gazzo negli ultimi 50 anni è piuttosto altalenante e rispecchia di conseguenza anche lo sviluppo economico del territorio. Il picco massimo della popolazione residente risale al 1951 dove gli abitanti sono ben 3.839. Bisognerà attendere la fine del 2006 per superare il numero e arrivare a quota 3.891. Dall’apice del 1951, la popolazione è gradualmente scesa, con una punta minima nel 1971 di 2.892 abitanti, fino agli anni ’80. Solo da allora c’è una inversione di tendenza, molto lenta inizialmente e piuttosto rapida nell’ultimo decennio, che porta il Comune di Gazzo oggi a 4.344 abitanti su un’estensione territoriale di 22, 64 km2. Più del 90% del territorio è integro dal punto di vista agricolo e quindi destinato alla zootecnia.
CENNI ECONOMICI Lo sviluppo economico che si è registrato negli ultimi decenni ha trasformato il territorio con l’avvento di insediamenti artigianali-industriali.
L’agricoltura, che ha segnato la storia del Comune di Gazzo dagli anni ’60 fino ad oggi, ha subito gradualmente un rallentamento. Le imprese agricole, attualmente pari a 120, sono via via diminuite, in particolare negli ultimi anni, costringendo molte di quelle medio-piccole a chiudere i battenti.
Dagli anni ’70 ad oggi si assiste, in stretta relazione con l’incremento della popolazione, ad un considerevole sviluppo di tutte le attività economiche presenti nel territorio.
Il 5° censimento generale dell’Industria e del commercio del 1971 evidenzia 118 attività artigianali e commerciali, contro le 94 del censimento precedente del 1961. La crescita è destinata a continuare negli anni successivi fino ad arrivare nel 1991 a contare ben 245 unità locali, la maggior parte distribuita nel settore manifatturiero (69), nel commercio all’ingrosso e al dettaglio (64) e nelle costruzioni (50).
CENNI NATURALISTICI Il territorio è caratterizzato dalla presenza di prati ben irrigati che favoriscono un notevole allevamento bovino, soprattutto di vacche da latte con relativi caseifici e la zona si differenzia così dalle altre limitrofe in genere coltivate a mais. Attualmente è attiva la latteria “Centro” di Gazzo.
Molti sono i corsi d’acqua che scorrono a Gazzo; tra questi ricordiamo il Ceresone che nasce nelle vicinanze di Sandrigo (Vicenza).
Nella zona a nord-est del capoluogo c’è una risorgiva “El fontanon del diavoeo”, che però si sta esaurendo a causa dell’abbassamento della falda, dovuto al continuo consumo di acqua nel bacino scolante del fiume Brenta per usi agricoli, industriali e civili, i quali hanno causato l’inversione del rapporto di scambio tra il fiume e le falde: in precedenza il fiume dava acqua alle falde locali oggi invece drena, assorbe, acqua dalle falde
MONUMENTI ARTISTICI
Il territorio di Gazzo è caratterizzato dalla presenza di numerose ville e palazzi antichi.
Le due ville nel capoluogo sono Villa Forasacco (Via Francesco Baracca 3/A) e Villa Mazzon (Via N. Sauro 5).
A Villalta si può ammirare la VILLA TACCHI, oggi ristrutturata e divenuta hotel e centro congressi.
La Villa venne costruita alla fine del 1600 con all’interno decorazioni pittoriche del tardo Ottocento, travi di legno decorati e pavimenti in terrazzo veneziano.
Il corpo principale della Villa è su due piani e termina con un timpano triangolare; su entrambi i lati seguono due ali da cui si eleva anche la torre colombara.
Nel giardino da poco risistemato (statue e fontana sono di recente realizzazione) si possono vedere un laghetto, una piccola chiesa, un boschetto e una ontagnola che altro non è che una ghiacciaia scavata nel terreno.
A Grantortino senza dubbio l’edificio di maggior pregio è VILLA TACCHI (Via Giuseppe Garibaldi 15), una bella villa settecentesca circondata da un delizioso parco con laghetti e piante secolari. Attorno vi sono diversi annessi rustici in cui in questi ultimi anni si sono tenute numerose feste, come quella in occasione della semina del riso o del raccolto del granturco maranello che sono due tra i prodotti che caratterizzano la zona.
L’edificio è rettangolare e nel corpo centrale c’è un loggiato in stile neoclassico con colonne con capitello ionico e sopra un timpano triangolare decorato con figure femminili.
Ai lati del loggiato l’edificio continua simmetricamente su due piani con finestre decorate con timpano al piano terra e finestre con balaustre con colonnine di pietra, al piano superiore.
Adiacente alla Piazza IV Novembre (con monumento ai caduti delle due guerre) vi è il PALAZZO MUNICIPALE; recentemente sia la piazza che l’edificio sono stati ristrutturati.
VILLA FORASACCO.
E' una Villa dell’Ottocento che si trova su un ampio giardino. La pianta dell’edificio è rettangolare su due piani e con soffitta; al piano terra si vedono tre porte che ricordano un loggiato e sempre nel corpo principale vi sono degli stucchi a forma di festoni, lo stesso tipo di decorazione si vede sulla più bassa ala laterale. Da sempre abitata è attualmente in corso un restauro.
VILLA MAZZON si presenta come un compatto e simmetrico edificio del tardo seicento con pianta quadrata su due piani più la soffitta. Non è attualmente abitata e all’interno si mantengono sia al piano terra che a quello nobile dei pavimenti in terrazzo veneziano (comunemente noto come ‘veneziana’).
L’ingresso è un portale a volta con cornice decorata e sopra a questa si vede un balcone di pietra a colonnine sulla cui sommità si può vedere uno stemma araldico in pietra tenera.
A Grossa c’è la BARCHESSA DI VILLA TRAVERSO (Via Indipendenza 68) che si apre con un grande arco e alberi secolari attorno.
Al lato opposto (non visibile dalla strada) si trova la facciata del Palazzo di stile palladiano e la barchessa con imponenti colonne che sostengono capriate palladiane in legno.
All’interno dell’abitazione ci sono ancora originali un camino in marmo nero, il pavimento in terrazzo veneziano, degli affreschi e decorazioni.
In Via Chiesa Vecchia sorge anche la CHIESETTA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE detta appunto “CHIESETTA VECCHIA”. Quest’ultima è la prima chiesa costruita a Grossa, sembra nel 1200 ed è stata sempre conservata in ottimo stato ad opera dei membri della comunità parrocchiale.
A Gaianigo, uno degli edifici storici di maggior rilevo è la ‘Peschiera’ (via Vittorio Veneto 19/A): viene infatti detta così la VILLA FORASACCO, in quanto circondata da una roggia in passato ricca di pesce. Sembra risalga al 1400 e uno stemma sul lato destro del porticato testimonia la proprietà dell’edificio da parte dei conti Folco.
In questo edificio la barchessa è particolarmente degna di nota, con le colonne in laterizio intonacate di ordine gigante, ricorda molto la barchessa di Villa Traverso anche se qui sono state operate ristrutturazioni che in parte hanno alterato il complesso originario.
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